venerdì 4 settembre 2009

CI SIAMO SCARICATI COME I PENNARELLI PIU' BELLI CHE FINIVANO SUBITO

nessuno ha mai sbagliato

siamo noi ad aver chiesto solamente gli errori peggiori

ci iscriviamo ai concorsi di colpa

per essere rassicurati quando avremo ragione

ma pure la luce è saltata negli angoli bui

e non sei più tu al centro della camera oscura

sopravvivi in periferia

come gli zingari nelle roulotte senza corrente

e perdere lo sguardo dalle tasche

in cerca di un orizzonte anche più corto

che oggi ci bruciano gli occhi coi fiammiferi

poi alzarlo in piedi e trovarsi a contemplare l'infinito

ma noi abbiamo già svuotato le teste e imbottito i cuori

e li abbiamo imbottiti talmente tanto

che resisteranno sempre meno

e cercheremo di risolverli così i tuoi paradossi

che nelle teste vuote c'è molto più spazio per muoversi

e costruire pontili nell'acqua per collegare le menti di sabbia

odiarci da vicino per poterci ammazzare meglio quando avremo bisogno

e appendere finestre aperte alle tue pareti

che quest'estate noi non andiamo in vacanza

agosto è il mese più freddo dell'anno

il ghiaccio si posa e ricopre le cose

e sopravviverò solo io attraversando le Alpi

per cercare di conquistarti e poi morire di malaria

senza esserci guardati ancora un po' negli occhi

che per morire di cecità abbiamo bisogno di più tempo

e preferiamo le parole di domani

che non sappiamo neanche ora quello che diciamo

domani esco pure col martello

per scacciarti caro chiodo

presterò attenzione a chi si ricorderà di restituirla

e cercherò di scaricarmi come la penna di un poeta

così poi funzioniamo allo stesso modo.

1 commento: